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La fistola arteria-vena

Il vostro supporto per la dialisi

Quella che vedete nella foto è la mia fistola arteria-vena. È l'adattamento fisico necessario per la dialisi: se ben funzionante vi permette di poter dializzare correttamente.

Quando la mostro alle persone tutti pensano che sia un qualche tipo di impianto sintetico, in realtà si tratta di un procedimento chirurgico che consiste nell'unire un'arteria con una vena, in modo da ottenere un vaso superficiale facilmente bucabile con un adeguato flusso di sangue per poter sostenere la dialisi.

Se volete avere più dettagli potete farvi un giretto a questo link su Wikipedia.

Cos'è

La mia fistola è vicina al polso, quindi è una fistola distale, è stata realizzata da un chirurgo in gambissima, il Dott. Aloisi (purtroppo ora in pensione) all'Ospedale della Versilia il 29 gennaio del 2009. La data corrisponde a circa tre mesi dal suo primo utilizzo (10 aprile).

La fistola infatti per essere usata ha bisogno di tempo per svilupparsi. Durante questo tempo l'aumentato flusso di sangue nella vena la irrobustisce, facendola crescere in larghezza e portata, insieme alle diramazioni, in modo da avere un bel tratto usabile per la dialisi.

Quando la fistola funziona bene genera una vibrazione (thrill è il termine tecnico) percepibile facilmente toccandola, e udibile con lo stetoscopio. La mia invece è una Signora Fistola e si sente anche accostando appena l'orecchio: se l'appoggio sul cuscino a letto il rumore viene sentito anche da mia moglie… Durante la dialisi spesso venivo impiegato come sussidio didattico per gli studenti di nefrologia portati in sala macchine.

Come funziona

(image: fistola.jpg) Se la fistola riesce bene, diventa il miglior modo per fare la dialisi e la vostra migliore amica. In soldoni, viene bucata con due aghi, uno vicino alla fistola stessa, che è l'uscita del sangue verso la macchina, e uno più a valle, verso la spalla, che è il rientro del sangue depurato.

Durante la dialisi ve ne state buoni buoni col braccio fermo (per questo si cerca sempre di farla nel braccio non dominante del paziente), alla fine si stacca prima l'ago di presa, poi quando tutto il sangue è rientrato anche il secondo ago di rientro. Poiché la portata del sangue è notevole, servono due tamponi pigiati bene sopra i buchi, che vanno tolti dopo qualche ora. Io per esempio li toglievo verso l'ora di cena, essendo staccato verso le 12.

Qualche volta capiterà che il sangue esca dai vasi. Queste occasioni si chiamano stravasi, gli infermieri vi sistemeranno subito, ma vi potranno venire dei lividi grossi come una casa.

Al di là del fastidio fisico ed estetico, qualche stravaso rinforza i vasi stessi: io per esempio ne ho avuto qualcuno all'inizio della dialisi, poi nessuno fino alla fine.

Come ci si vive

Bisogna avere cura della fistola. Io avevo sviluppato un riflesso automatico di difesa del braccio sinistro. Attenzione per esempio a non procurarsi tagli, a disinfettare subito e bene ogni abrasione o ferita nella mano o nelle vicinanze della fistola per evitare infezioni.

Non bisogna stringerla troppo, con fasciature o altro. Io ho dovuto spostare l'orologio a destra, data la posizione sul polso, e ci ho messo due mesi per abituarmi!

In qualche caso il vostro braccio cambierà estetica, a seconda della sede della fistola e di quanto si sviluppa. Fateci l'abitudine perché questa cosa vi salva la vita e non è il caso di fare capricci estetici.

Il controllo del thrill era per me diventato un riflesso condizionato: ogni tanto verificavo, toccando il polso, che funzionasse tutto, perché ero stato condizionato dalla terribile carriera dialitica di mio padre.

Benito dopo due o tre tentativi andati a vuoto, o di brevissima durata, di avere una fistola naturale, ha dovuto far ricorso per quasi vent'anni a inserti protesici nelle braccia. Il problema era che anche questi erano di breve durata per via della sua pressione bassa, che peggiorava durante la dialisi, portando a coaguli che chiudevano anche le protesi. Ogni volta era una trafila lunga e dolorosa di qualche mese che alla fine portava ad un'altra operazione e a un altro impianto chirurgico. Logico quindi che la paura fosse per me tanta: in realtà, come ho detto e dirò spesso, mio padre era il peggior dializzato che abbia conosciuto.

E se si ferma?

Se la fistola si ferma non tutto è perduto. A diversi miei colleghi è stata ripristinata la funzionalità per via angiografica in tempi abbastanza brevi. Nel frattempo però è stato impiantato loro un catetere sotto il collo per continuare la dialisi.

Queste procedura è abbastanza standard in casi di blocco o carenza della fistola, a patto che sia di breve durata perché, essendo un corpo estraneo, vi costringe sotto copertuta antibiotica.

Si può poi provare a creare una nuova fistola, se il sistema circolatorio lo permette, oppure si cercheranno altre soluzioni.

Può capitare anche che in alcuni casi di calo di pressione la fistola si chiuda, come possa fermarsi durante un intervento chirurgico. Ovviamente anche in questi casi valgono le procedure descritte sopra.

Com'è la dialisi